Disturbi d’Ansia e Attacchi di Panico
“L’ansia è la spia del non vivere”
Rebecca Curtis
I disturbi d’ansia e – fra di essi – gli attacchi di panico, non soltanto sono da considerarsi tra le manifestazioni cliniche più diffuse, ma presentano un loro gradiente di normalità. Ciò che rende abnormi queste manifestazioni – che possono considerarsi universali nel genere umano – è la loro gravità, la loro durata, il loro verificarsi di fronte a situazioni che potrebbero essere altrimenti affrontate e gestite con relativa tranquillità.
Mentre è infatti da considerarsi del tutto normale sentirsi ansiosi prima di un esame o di un importante colloquio di lavoro, lo è molto meno il vivere con lo stesso disagio l’attesa per una visita di alcuni amici, oppure il dover uscire di casa per recarsi al supermercato o all’ufficio postale.
In altre parole, ciò che permette di considerare sotto l’aspetto psicopatologico questi fenomeni è l’effetto deleterio che essi hanno sul funzionamento psicologico dell’individuo, andandone a peggiorare la qualità della vita personale, sociale e di relazione.
Quanto detto a proposito dell’ansia può essere considerato vero anche per quella che dell’ansia appare come la manifestazione più disturbante e irrazionale: l’attacco di panico. Almeno secondo le statistiche, sembra che addirittura il panico sia da considerarsi normale in alcune situazioni estreme, ad esempio in occasione di disastri naturali di particolare intensità, come può essere un terremoto. E’ invece da considerarsi francamente patologico l’irrompere del panico – con le manifestazioni ad esso frequentemente associate: tachicardia, vertigini, vampate di calore, brividi, senso di soffocamento, sentimenti di irrealtà e paura di morire o di impazzire – nel corso delle normali attività della vita quotidiana.
Per quanto nessuna delle manifestazioni dell’ansia possa essere considerata alla stregua di una patologia mentale grave, tali condizioni – se trascurate – sono destinate a cronicizzarsi. Oltre al marcato disagio che comporta il convivere con tali disturbi, spesso è proprio l’impegno posto dall’individuo che ne è affetto nell’evitare quelle situazioni che egli avverte in qualche modo associate all’insorgere della sintomatologia che contribuisce al progressivo impoverimento della sua esistenza. Molte persone, proprio nel tentativo di “bloccare” i sintomi ansiosi, finiscono infatti con l’evitare numerose situazioni sociali, andando in tal modo a recidere ulteriormente le propria vita di relazione.
Il trattamento di questo tipo di disturbi che offriamo presso il nostro Centro consiste in un percorso di psicoterapia individuale con un professionista qualificato, al quale il paziente verrà assegnato dopo una prima fase di valutazione e che costituirà il suo punto di riferimento per tutta la durata della terapia. Attraverso la costruzione di un’alleanza di lavoro, l’esplorazione dei vissuti e del proprio mondo emotivo, la condivisione di esperienze e problematiche di vita, il paziente potrà gradualmente affrancarsi dal proprio stato di sofferenza e dai limiti da esso imposti alla propria esistenza, riappropriandosi progressivamente della possibilità di esprimere pienamente il suo modo di essere e la sua vitalità emotiva nei vari ambiti della propria vita.
Referenti:

Elena Canicattì
